La potenza del fuoco e lo splendore del cielo, le vibrazioni dell’aria e la forza della terra, con uno stile intenso e deciso Rosalba Mangione compone opere dense di rimandi poetici dove la pittura si sedimenta in un colore animato da un ritmato dinamismo interno e da una vitalità misteriosa.

Tutto il lavoro di Rosalba Mangione è attraversato infatti da un sentimento enigmatico che si nasconde nella sua energica e armonica parafrasi astratta della natura composta attraverso il pennello e il gesto agile e paziente della mano.

L’opera di Mangione è costruita senza dimenticare il magistero di grandi artisti della gloriosa stagione aniconica italiana del secondo dopoguerra e le sue tele sono frutto di uno studio approfondito e di una sintesi dove riecheggiano suggestioni di Afro, Burri o Santomaso, declinate tuttavia non come un banale rifacimento, ma come la creazione di un linguaggio del tutto personale dove l’astrazione viene rivisitata e rigenerata con una nuova freschezza.

Mangione ha raggiunto difatti una sicurezza tecnica che le permette di modulare in modo consapevole tutti i registri della sua ricerca pittorica, coniugando la leggerezza delle stesure liquide alla sostanza tattile di un colore stratificato e graffiato, combusto e corroso in un percorso di discesa metaforica nel profondo e nelle sue oscurità, sublimata poi dalla rinascita di una pittura che ritrova una luminosità quasi simbolica.

Mangione controlla dunque con calibrata sapienza le sue scansioni segniche e i suoi tagli gestuali, lascia filtrare gli scuri celati sotto le velature di bianco e fa ardere i suoi rossi che prendono corpo da un palpitante intreccio di sovrapposizioni dove i bruni preludono al diapason della fiamma che si accende nella materia cromatica concentrata sul supporto come un brano esistenziale strappato all’oblio e allo scorrere del tempo.

In un flusso lirico di luce e di colore sull’orlo delle tenebre, il nuovo naturalismo di Rosalba Mangione ci suggerisce così nuvole nel cielo e squarci di sereno, fiamme di incendi primigeni ed eruzioni di vulcani originari, ci cala nella pienezza della notte sul mare e nella nebbia che riempiva lo sguardo di mattine dimenticate, alla ricerca del senso segreto delle cose nascosto nella pittura e nel suo dialogo incessante tra l’incerto nitore dello sguardo e la complessa opacità del mondo.

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Roberto Collodoro

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Stefania Fabrizi