Il suo percorso di studio la conduce alla ricerca del simbolo visivo come mezzo di comunicazione agli animi; via via che la sperimentazione diviene più intensa si fa largo dentro di lei la necessità di eliminare il tratto figurato per dar voce alla semplice sfumatura del colore esprimendo differenti vibrazioni animiche.
Dagli studi sulla fisica quantistica, uniti alle nozioni sulla teoria del colore di Goethe, e successivamente di Steiner, approdava a nuove rappresentazioni, fatte di archetipi primordiali, linee cinetiche di energia radiante e spirali auree (Fibonacci).